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Geroglifici versione Google

La scrittura egizia per tantissimi anni ha rappresentato per studiosi ed appassionati un vero e proprio enigma. Occorrerà attendere il 15 luglio del 1799 affinchè il capitano francese, al seguito di Napoleone Bonaparte nella Campagna d'Egitto, Pierre-François Bouchard rinvenga sul delta del Nilo nella città di El Rashid, latinizzata in Rosetta, la celebre Stele che verrà utilizzata come chiave interpretativa per la decodifica del dono del dio Thot, i geroglifici. Nello stesso giorno, ma a distanza di 221 anni, Google Art & Culture ha presentato al mondo Fabricius, una piattaforma online capace di tradurre la lingua degli antichi egizi: la scrittura che Clemente Alessandrino definì nel II secolo d.C. scrittura ieratica, ossia lettere sacre incise.

Disponibile al momento solo in inglese e arabo, Fabricius prende il nome dal padre dell'epigrafia, il tedesco Georg Fabricius, ed è frutto della collaborazione fra il Centro di Egittologia australiano della Macquarie University, Psycle Interactive, Ubisoft e del contributo di egittologi di tutto il mondo.

Si tratta del primo strumento digitale ad avvalersi del machine learning, la piattaforma di apprendimento automatico di Google, per effettuare la traduzione. Infatti, grazie alla tecnologia AutoML Vision ogni geroglifico viene confrontato con una banca dati di oltre 1000 geroglifici diversi riuscendo a dare un senso ad ognuno di essi. Ciò permette agli sviluppatori di allenare la macchina in modo semplice e allo strumento di identificare tutte le tipologie di oggetto.

fabric

Il tool è consultabile visitando il sito internet di Google Art & Culture (https://artsexperiments.withgoogle.com/fabricius/en) e si presenta suddiviso in tre differenti percorsi interattivi. Nel primo il visitatore può, in sei step. dedicarsi allo studio dell'idioma cercando di imparare l'antica scrittura egizia. Nel secondo, dal carattere decisamente ludico, ci si imbatte nel traduttore vero e proprio con la possibilità di tradurre parole e messaggi in geroglifico e, volendo, di condividerli. Non manca la sezione dedicata a notizie e curiosità sull'antico Egitto quali il famoso Re Tutankhamon, la Piramide di Giza e il Libro dei Morti. Per gli insegnanti che usano Google Classroom, sono disponibili apposite raccolte sull'antico Egitto pronte ad essere utilizzate nella didattica. Il terzo ed ultimo percorso si rivolge a quanti si dedicano alla decodifica dei geroglifici per la ricerca universitaria.

I dati vengono rilasciati come open source. Caratteristica, questa, decisamente interessante che può rivelarsi utile nello studio di altre lingue antiche nella speranza che ciò permetta di aprire nuove strade per il mondo accademico e della ricerca.

                                                                                              Clemente Porreca

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