- - - - - -
Accedi

Login to your account

Username
Password *
Remember Me

Per una storia della disabilità

Solitamente si pensa alla disabilità come a qualcosa che chiama in causa il presente, le cose da fare e i provvedimenti da prendere, il complesso delle istanze, delle analisi, delle rivendicazioni che riguardano l’oggi e le sue conseguenze future. Non potrebbe essere altrimenti, dato che la disabilità è ancora una condizione segnata dalla discriminazione e dallo iato fra norma giuridica e realtà concreta.

Nel saggio Storia della disabilità (Carocci, 2012) lo storico Matteo Schianchi getta su questo complesso fenomeno uno sguardo diverso, diacronico e di lunghissimo periodo, colmando una lacuna storiografica che riflette il tabù socio-culturale ancora oggi presente nella nostra società. Il libro è il tentativo di fornire un quadro complessivo su alcune delle principali trasformazioni della disabilità in un’ottica volta a de-naturalizzarla, a fa emergere i nessi socio-culturali che di volta in volta la definiscono. Partendo dagli studi sul mito di Lévi Strauss, in cui la disabilità fisico-motoria è vista come emblema dell’imperfezione umana rispetto al divino, la narrazione ricostruisce le diverse codificazioni del “diverso”. La menomazione presa in esame è quella fisica, sensoriale e intellettiva. Come rileva l’autore usare, per leggere il passato, un concetto moderno e discutibile come quello di disabilità, rappresenta sicuramente un azzardo. Tuttavia esso va inteso come codificazione di comodo, utile a delineare direzioni di ricerca in un ambito di studi ancora tutto da sviluppare.

il ragazzo selvaggio

 

Fin dalle epoche più remote il nesso prevalente è quello che lega la disabilità alla negatività, alla colpa, alla deformazione fisica che si riflette in quella morale con ricadute sull’intera comunità.

Lo scarto fondamentale rispetto a questa visione - ancora presente nell’Antico Testamento - si ha con la figura e il messaggio di Gesù: con Lui la disabilità non è solo oggetto di cura e guarigione, ma diventa metafora dell’essenza stessa dell’uomo. La fragilità costitutiva del disabile, il suo essere ai margini, rappresenta paradossalmente una particolare condizione che avvicina, se pronti, a Cristo. Il messaggio fondamentale di Gesù è quindi una nuova cultura dell’incontro che sovverte e sostituisce quella del pregiudizio e dell’esclusione.

Nel Medioevo la Chiesa pur avvertendo l’obbligo della carità cristiana, si allontanerà dall’insegnamento evangelico ristabilendo la connessione tra malattia e peccato. In quest’epoca la necessità di controllare il fenomeno sociale della marginalità, segna l’apparire delle prime forme di ospedalizzazione. Tra XII e XIII secolo la questione della povertà diventa importante non solo in quanto problema socio-culturale, ma anche in quanto tema teologico al centro delle istanze di riforma e di rinnovamento della Chiesa.

Le istituzioni caritative rappresentano una prima forma di regolamentazione dell’assistenza, che diverrà nei secoli successivi sempre più precisa e articolata: da un lato il “sollievo dei poveri”, dall’altro “i dispositivi di controllo”, concepiti per l’isolamento delle forme di anormalità giudicate più pericolose (i vagabondi e i malati di mente). La dimensione della cura sarà all’origine delle prime scuole per disabili sensoriali; quella della reclusione prenderà forma nell’istituzione dei manicomi: un quadro che la nascita della pedagogia speciale, con il famoso caso del ragazzo dell’Aveyron, modificherà profondamente.

Nell’Ottocento lo scenario della disabilità si articola ancora: nascono le prime forme di pubblica assistenza, il filantropismo laico e, di converso, teorie come il razzismo.

Queste linee direttrici porteranno nel Novecento da una parte allo sviluppo del welfare, anche in seguito alle tremende conseguenze delle guerre mondiali; dall’altro alle politiche eugenetiche del Nazismo.

Il presente segna la nascita di un effettivo Stato sociale per le persone disabili. Nel 2006, la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, ratificata dall’Italia nel 2009, ha impegnato i Paesi a promuovere la rimozione degli ostacoli all’esercizio - da parte di quanti sono portatori di minorazioni fisiche, mentali o sensoriali a lungo termine - del diritto a partecipare in modo pieno ed effettivo alla società. Si tratta di un obiettivo che impone alle politiche sociali un complesso lavoro di integrazione con quelle sanitarie, scolastiche, del lavoro, ecc.

I dati del sito Istat Disabilità in cifre mostrano che il traguardo è ancora lontano. Le cause sono da un lato il generale sottosviluppo, a livello nazionale, del sistema dei servizi sociali; dall’altro la generale tendenza del welfare italiano a privilegiare le prestazioni monetarie pensionistiche sui servizi, con l’unica, per quanto rilevante, eccezione rappresentata dal sistema sanitario. Per correggere queste storture occorre uscire dalla logica meramente assistenziale e ripensare le politiche sociali alla luce di una nuova visione della disabilità. La Convenzione Onu ha ridefinito quest’ultima come parte della diversità umana e come condizione strettamente dipendente dal contesto di vita. E’da qui che occorre partire per giungere ad un nuovo scenario culturale in cui venga bandita ogni forma di stigmatizzazione, compresa quella legata alla parola “disabile”.

                                                                                                         Marco Cappuccini

 

 

Submit to DeliciousSubmit to DiggSubmit to FacebookSubmit to Google PlusSubmit to StumbleuponSubmit to TechnoratiSubmit to TwitterSubmit to LinkedIn

Grazie per il tuo contributo!



Grandangolo

dsa2

cop h

Contatti

cappuccio

Per qualsiasi richiesta potete contattarmi a
e-mail: platone.mc@libero.it

youtube

Newsletter

Presentazione

LEZIONINRETE e’ un sito del prof. Marco Cappuccini, docente di lettere specializzato nel sostegno e cultore di filosofia. Il sito presenta materiale didattico per allievi normodotati e BES della scuola secondaria.

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.

Ok