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Adaptive Learning

Ci sono date, a livello individuale e/o collettivo, che hanno un significato più rilevante rispetto ad altre e che resteranno scolpite in modo indelebile nel ricordo di chi le ha vissute. Per il mondo della scuola questa data è rappresentata dalle festività di Carnevale 2020 e non si è trattato di un bello scherzo: la comunità scolastica si è ritrovata, suo malgrado e senza adeguata preparazione, catapultata nella dimensione dell’e-learning o se preferiamo della Dad.

Interessante è notare come la definizione di e-learning fornita dalla Commissione europea nel 2001 reciti in questo modo: “Per apprendimento online (noto anche come apprendimento in linea, teleapprendimento, teledidattica o con il termine inglese e-learning) s’intende l’uso delle tecnologie multimediali e di Internet per migliorare la qualità dell’apprendimento facilitando l’accesso alle risorse e ai servizi, così come anche agli scambi in remoto e alla collaborazione a distanza”.

Alla luce di quanto appena esposto, appare chiaro che la Dad, attivata durante il periodo di lockdown, è una parente molto lontana dell’e-learning. Figlia della fretta e dell’improvvisazione, dettata dal particolare momento storico, spesso si è tradotta in una mera trasposizione a video della tradizionale lezione frontale svolta dall’insegnante in classe. In mancanza di un disegno organico si è navigato a vista, tutto è stato affidato, quando ciò è avvenuto, alla libertà e alle competenze del singolo insegnante.

Pur ammettendo che l’e-learning, applicato sia in ambito scolastico che extra-scolastico, necessiti di preparazione e competenze, schemi didattici e strumenti tecnologici specifici, non possiamo non riconoscere che il periodo pandemico ha avuto l’indubbio merito di incrementare le competenze digitali della comunità scolastica. Con esso è stato segnato un periodo di non ritorno, in cui l’informatica non potrà che accompagnare il percorso didattico del futuro lungo il processo di life long learning ormai richiesto in tutti gli ambienti professionali. Riteniamo che il modello della didattica integrata, permetterà al docente di mettere in atto un insegnamento sempre più coinvolgente e cooperativo.

Si è all’alba di una vera e propria rivoluzione in ambito educativo: la strada tracciata sembra quella di una personalizzazione del percorso educativo, capace di adattarsi alle potenzialità e ai ritmi di apprendimento del singolo.

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Il modello che sembra farsi strada è quello dell'Adaptive Learning che sfruttando le potenzialità offerte dagli algoritmi informatici è in grado di progettare percorsi formativi a misura del singolo discente in modo da poter soddisfare i suoi bisogni specifici e i suoi interessi speciali. La novità consiste nello spostare il focus dal learning object e dall'ambiente di apprendimento al soggetto che apprende. In un corso di formazione standard i discenti hanno un punto di partenza comune. In base all'interazione del singolo con il materiale offerto, la piattaforma permette di offrire percorsi ramificati capaci di adattarsi alle sue conoscenze, ai suoi interessi, ai suoi ritmi e stili di apprendimento. Il risultato è un'esperienza educativa più fluida, stimolante ed arricchente in cui ogni utente ha la possibilità di personalizzare e di sentirsi compartecipe del suo percorso formativo.

Al momento i sistemi di Adaptive Learning dedicati è possibile reperirli sotto forma di programmi da desktop ma, più in generale, di web application. L'idea non è nuova e ad alcuni può far ricordare la “macchina per imparare” di Burrhus Frederic Skinner a metà degli anni ’50. Tracce significative sono rintracciabili soprattutto negli anni '70 all'interno delle prime ricerche di intelligenza artificiale, anche se queste non condussero a nulla di concretamente significativo, frenate dal costo, dalle dimensioni e dalla mancanza di interfacce utente dei computer del tempo e furono relegate ad un ruolo marginale di tipo teorico. Tuttavia, l'idea ha continuato a svilupparsi ed il sistema SCHOLAR è comunemente riconosciuto come il primo progetto reale di adaptive learning.

Comprensibile il timore di molti docenti che vedono in tale sistema una potenziale minaccia al loro ruolo con prevedibile compromissione del rapporto umano con l'allievo. Ma non bisogna dimenticare che in tale approccio lo strumento digitale è concepito per affiancare ed integrare l'attività del docente, non certo per scalzarlo dalla cattedra.

                                                                                              Clemente Porreca

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